La magia e la vitalità del teatro popolare, la sua rinascita tra le giovani generazioni
Nel pomeriggio di martedì 12 aprile la Scuola Secondaria di 1° Grado, plesso di Baschi, ha ospitato nei suoi locali uno spettacolo teatrale, scritto e interpretato dall’attore Pietro Benedetti, energia pura del teatro popolare. Personaggio poliedrico, come regista, attore, poeta, l’interprete è considerato dai critici teatrali un esponente di punta di un modo nuovo e dinamico di unire la riscoperta della vitale tradizione dialettale con l’attenzione alle nuove generazioni, spesso ignare del ricchissimo patrimonio del passato.
L’evento si inserisce nella progettazione “Baschi in rete: educazione, cultura e sport”, promossa dal Comune di Baschi, in sinergia con l’Associazione Acqua. In tale ambito sono in corso anche laboratori di poesia improvvisata in ottava rima, presso la Biblioteca Comunale “A. Ricci” di Baschi nel mese di aprile, un’attività ludica capace di coinvolgere non solo i ragazzi ma anche i loro genitori e gli adulti in genere.
Nella performance teatrale Pietro Benedetti ha portato in scena la vita di Alfio Pannega, un personaggio singolare, vissuto nel territorio della Tuscia, capace di unire brillantemente il dialetto, la poesia improvvisata, alla letteratura più illustre. Vederlo improvvisare ed interagire con i giovanissimi spettatori è stato come riscoprire un passato diventato improvvisamente vivo ed attuale, grazie alla magia che solo il teatro sa regalare. L’abilità indomita dell’attore ha saputo conquistare i giovani spettatori, abbracciando il territorio da Viterbo a Baschi, nel periodo compreso tra il 1925 e il 2010, con eventi e personaggi di incredibile vitalità. È stato come rivedere i luoghi, dove si mosse Alfio, con la sua vita costellata da tante difficoltà ma anche circondato da molto affetto.
Le generazioni più giovani, pur non conoscendone il nome, hanno rivisto in lui quel “nonno” che amava raccontare storie di quando era giovane, dei suoi tempi, con un linguaggio dialettale, che nulla toglieva al bagaglio culturale che si portava dietro. Una vita fatta di baracche, lavori umili, grotte, case diroccate, ma anche moltissimi libri. Un rivivere insieme episodi della fine della seconda guerra mondiale, attraverso l’immediatezza espressiva di persone delle classi sociali più disagiate, che condividevano la medesima grande tragedia, sotto la paura dei bombardamenti.
Alfio era stato un autodidatta, con una curiosità insaziabile, che spaziava dall’ambito pratico e concreto del duro lavoro, fino a raggiungere le vette della poesia nel senso più alto del termine; leggeva poemi, recitava canti della Divina Commedia e improvvisava in ottava di rima su qualsiasi argomento. Proprio come lui, anche altri poeti dialettali, recitavano a braccio, improvvisando in endecasillabi, sei versi in rima alternata e i due di chiusura in quella baciata.
Le ragazze ed i ragazzi di Baschi hanno potuto assistere ad uno spettacolo nello spettacolo, interagendo con l’attore, che parlando come Alfio, dava vita a nuove rime, restituendogli un’umanità così concreta da emozionare. Negli spazi della scuola quel vecchietto, così ostinato e infaticabile, sembrava tornato, appena sceso dal “postale”, con i suoi capelli bianchi, berretto di lana, cappotto e bastone, come se fosse appena partito per un breve viaggio (con i vestiti originali appartenuti al poeta viterbese). Le battute finali sono state un omaggio alla bellezza della Cultura, intesa come ogni forma di conoscenza, un viaggio infinito senza confini.
Si ringrazia sentitamente l’amministrazione comunale di Baschi, per le tante iniziative, progetti, occasioni di confronto, offerte in questo anno alle nuove generazioni, come momenti unici per seminare valori, speranza, futuro.